L'infanzia e la famiglia d'origine: Un romanzo popolare italiano
A S.Pietro di Fiumara, un piccolo paesino di meno di mille abitanti, situato a circa 20 km da Reggio Calabria e 7 da Villa S.Giovanni, il 7 dicembre 1944 nasce Beniamino Reitano, in futuro detto Mino, il più piccolo di cinque figli di Rocco Reitano (1917-1994) e Giuseppa Cotroneo (1920-1947).

Il padre Rocco, figlio unico, rimasto orfano all’età di dieci anni, studia con i Salesiani e nel 1934, a soli 17 anni, si sposa con Giuseppa Cotroneo (14 anni), contadina e successivamente fornaia insieme al marito, con il quale avvia anche un piccolo negozio di generi alimentari in paese.
Il padre Rocco è dapprima vigile urbano, successivamente, dal 1948, anche ferroviere.Avendo studiato musica presso i Salesiani, fonda la banda musicale di S.Pietro di Fiumara in cui egli stesso suona il clarinetto e, attraverso l’aiuto del maestro Leonardis di Reggio Calabria, si fa promotore degli studi musicali anche presso i suoi concittadini; egli, inoltre, si fa tenace ispiratore di molteplici iniziative finalizzate ad una crescita culturale e sociale del paese, tra cui la lotta per l’ottenimento dell’acqua potabile e dell’energia elettrica o la creazione di un teatrino per la piccola Compagnia Teatrale da lui fondata, o la costruzione nel 1948 del campanile della Chiesa parrocchiale di Fiumara; inoltre, viene eletto Consigliere Comunale nelle file del Partito Repubblicano Italiano ed è soldato di Sanità per sette anni nella Guerra d’Africa ottenendo una medaglia di bronzo al valore.

La madre Giuseppa Cotroneo, invece, già madre dei primi cinque figli, Giovanna (detta Gianna), Antonino Salvatore (detto Antonio), Vincenzo (detto Gegè), Francesco (detto Franco) e, per l’appunto, Beniamino (detto in seguito Mino), muore all’età di soli 27 anni nel 1947.

A un anno dalla morte di Giuseppa, Rocco si risposa con Giovanna Cotroneo, sorella minore della defunta.
Una volta vinto il concorso in ferrovia, nel 1948 il padre Rocco si trasferisce con l’intera famiglia a Reggio Calabria, ottenendo un alloggio dalle Ferrovie dello Stato nel rione Santa Caterina in Via Esperia in co-abitazione con un’altra famiglia di ferrovieri;già dopo pochi anni, però, ottiene un alloggio più grande in via Italia 21, da dove inizia la storia musicale dei Reitano.

L'adolescenza e le prime esperienze musicali: Un ragazzino contro il destino
La famiglia è sempre più numerosa con l’arrivo di altri cinque figli nati dal secondo matrimonio del padre, ma, nonostante le gravi difficoltà economiche e le condizioni di semipovertà, i ragazzi riescono a studiare musica sia al liceo musicale di Reggio Calabria con i Maestri Scopelliti e Perri, sia privatamente coi Maestri Lanfranco e Lo Scavo e a specializzarsi in diversi strumenti:Beniamino in violino e tromba, Antonio in clarinetto e sax, Gegè nella batteria, Franco in Fisarmonica e pianoforte e Gianna in canto.
E’ così che nasce un’orchestrina composta dai quattro fratelli e dalla sorella Gianna, cantante, il cui debutto in pubblico avviene il 7 dicembre 1955 con la denominazione di “Orchestra Fata Morgana dei Fratelli Reitano” e nella quale Beniamino, undicenne, si cimenta anche a fare il “macchiettista”, cantando canzonette comiche e divertenti; con tale formazione, i fratelli si esibiscono in numerose feste di piazza, oltre che in locali da ballo e ai matrimoni sia in Calabria, sia in Sicilia.

Nel 1960 l’orchestra assume la denominazione “Franco Reitano and his Brothers” ed inizia ad incidere dischi con la Fonit Cetra (otto composizioni di Franco di cui sei in dialetto calabrese e due in italiano (“Non sei un angelo” e “Tu sei la mia luce”) che vendono complessivamente 70.000 copie nel mondo; successivamente, l’orchestra incide altri sei brani in italiano per la casa discografica “Euterpe” di Napoli, ma senza riscontro.

La serietà, la disciplina e la professionalità di tutti i fratelli, uniti agli arrangiamenti di Franco e alla voce di Beniamino, che col tempo raggiunge un’estensione meravigliosa che spazia dai suoni gravi agli acuti, riccamente dotati di preziosi “armonici”, fanno sì che l’evoluzione dell’orchestra sia in un crescendo continuo.Tutte queste abilità, unite all’intuito manageriale di Franco e al suo continuo prodigarsi in ogni ambito artistico, rendono possibile un periodo di buon successo con partecipazioni dell’orchestra in programmi RAI quali “La giostra” con Silvio Gigli e “Il buttafuori” e, in televisione, partecipando alla prima trasmissione di prove ed inaugurazione della tv in Calabria trasmessa dal Teatro Comunale di Reggio Calabria.

La malasorte, però, vuole che la sorella Gianna, a soli 21 anni, il 7 marzo 1958, muoia di leucemia conseguente all’influenza “asiatica” dopo oltre sei mesi di cure e sofferenze presso l’Ospedale Policlinico di Roma.

L'emigrazione in Germania: Una valigia di cartone piena di sogni
Inizia, così, per i quattro fratelli un periodo difficile in cui è necessario affrontare ulteriori sacrifici alla ricerca di qualcosa in più; a questo punto decidono di partire verso il Nord con i loro strumenti musicali e una valigia piena di sogni, diventando a tutti gli effetti dei veri e propri “pionieri ed emigranti”.

In un primo momento, viene accettato un contratto di tre mesi per il solo Beniamino presso il “Night Club Tabù” di Amburgo in Germania, in una formazione capeggiata da tal Enyo Marino che diventa ben presto “Beniamino Reitano e i 5 del Sud”.Successivamente, nel 1961, gli altri tre fratelli Antonio, Franco e Gegè, raggiungono Beniamino unitamente al chitarrista Franco Minniti e, sotto la guida dell’impresario Fred Schilinskj di Amburgo, cambiano la denominazione in “Tanz Kappelle Beniamino Reitano and his brothers”.
Inizia, così, un periodo di grandi successi nelle più importanti città della Repubblica Federale Tedesca, in cui i ragazzi ottengono anche un contratto discografico con la Decca-Telefunken di Hamburg per Beniamino:la stampa, la radio e le varie apparizioni televisive in shows di prima serata come “Die Dreischeibe” e “Showbude”, permettono una buona vendita di dischi con le canzoni “Du bist gross bei mir im Kommen” e “ Der gross Mogul von Istanbul”; questo è anche il periodo dei ripetuti e numerosi incontri allo Star Club di Amburgo tra Beniamino e il suo gruppo e un complesso che diventerà celeberrimo nel mondo, i Beatles, che ancora si fanno chiamare Silver e suonano a rotazione con Mino e i suoi fratelli.

Il ritorno in Italia ed il riscatto: La nascita dell'artista Mino Reitano
E’ già il 1965 e dopo cinque anni di emigrazione e tanta nostalgia di casa, Beniamino tenta la strada di un concorso canoro in Italia:quello di Castrocaro Terme.Ancora con il nome “Beniamino Reitano”, pur non entrando nella rosa dei dieci finalisti del 1966, viene comunque notato e scritturato per cinque anni dalla Casa Ricordi, con la quale comincia l’avventura verso il primo “Festival di Sanremo” del 1967.
La casa discografica attribuisce a Beniamino il nome d’arte di Mino Reitano e sceglie come canzone “Non prego per me” di Mogol-Battisti, eseguita in coppia con un gruppo inglese,“The hollies”; l’evento, purtroppo, passa inosservato, sia per il brano, considerato troppo innovativo e attinente alla nuova “linea verde”, sia anche a causa della tragedia che si abbatte su quell’edizione del Festival con il suicidio di Luigi Tenco.
La casa Ricordi fa un secondo tentativo portando Mino al “Cantagiro” dello stesso anno col brano “Quando cerco una donna”(Mogol-Rossi),classificatosi quarto, ma anche questa volta non accade nulla ed è solo l’abilità di Franco ad ottenere la liberatoria per liberare Mino da un contratto che, altrimenti, sarebbe durato altri quattro anni.

E’ così che i fratelli riprendono l’attività di orchestra con la denominazione “Mino Reitano and his brothers” e ottengono contratti mensili con le agenzie Vailati-Parola-Pietruccetti-Massari di Milano e Moschini di Firenze in locali da ballo prestigiosi quali: il“Grand Hotel Excelsior di Venezia Lido”in cui nasce addirittura l’opportunità di approdare alla BBC di Londra; i dancings “Arlecchino”, “Club 84” e “Castellino” di Torino; il “Joker Jolly” di Bologna; il “Moulin Rouge” di Genova; il “Trianon” di Corso Vittorio Emanuele e il “Gallery” di Piazza S.Babila, entrambi a Milano.In quest’ultimo locale, in particolare, avviene un incontro fondamentale per la carriera di Mino Reitano in Italia e nel mondo: quello con Bob Lumbroso, direttore artistico della casa discografica “Ariston”, il quale , rimanendo estasiato dalle doti canore di Mino, fa recare al “Gallery” la sera successiva il Presidente dell’”Ariston”, Alfredo Rossi, il quale, grazie anche alle capacità di Franco, sigla un contratto discografico con Mino di cinque anni che comprende anche una clausola per cui tutti i brani da lui eseguiti devono essere scelti tra le composizioni del duo Franco e Mino Reitano.

La svolta e l'ascesa verso il successo del "Ragazzo di Fiumara"
L’avventura con l’”Ariston” inizia il 13 marzo 1968 con l’immediata partecipazione al “Cantagiro” di quell’anno.Mino si classifica al 2° posto dopo gli “Showmen” (artisti della “RCA”) con il brano “Avevo un cuore (che ti amava tanto)” di Franco e Mino Reitano su versi di A.Salerno, pubblicato con il lato b “Liverpool addio”, che ottiene anch’esso successo grazie alla promozione effettuata in radio da Renzo Arbore.
Con quest’occasione arriva la svolta nella vita dell’artista:il brano vende oltre 700.000 copie in meno di tre mesi e Mino diventa un idolo della gente grazie alle indubbie doti canore, ma anche grazie alla sua semplicità e al forte impatto di scena.

A settembre dello stesso anno, nel programma tv “Settevoci” di Pippo Baudo inizia la promozione del nuovo disco:”Una chitarra, cento illusioni” di Franco e Mino Reitano su testo di Nisa ed è un altro strepitoso successo con oltre 1.500.000 copie vendute.
Nel 1969, Mino partecipa nuovamente al “Festival di Sanremo” con il brano “Meglio una sera (piangere da solo)” (Franco e Mino Reitano con testi di Nisa-Salerno) in coppia con Claudio Villa, il “reuccio” della canzone italiana ed insieme, le due versioni arrivano a vendere oltre 1.000.000 di copie; per questo motivo la collaborazione con Villa continua anche al “Cantagiro” con un altro brano firmato dai fratelli Reitano e da Nisa:”Quando il vento suona le campane”.

Gli anni d'oro: "Canzonissima", "Un disco per l'estate", le vette delle hit-parades e del mondo
Si arriva, così, agli anni meravigliosi di “Canzonissima”, lo spettacolo televisivo abbinato alla “Lotteria Italia” che inizia ad ottobre e termina il 06 gennaio in un continuo crescendo di sfide tra cantanti per giungere alla finale dell’Epifania.Mino, per ben otto anni, si classifica sempre tra i finalisti, con piazzamenti tra il 2° e il 4° posto e grande successo di pubblico sia attraverso le cartoline, sia con le vendite,presentando brani quali:”Una ferita in fondo al cuore”-“Gente di Fiumara”-“L’uomo e la valigia” (1970); “L’amore è un aquilone”-“Ciao vita mia” (1971); “Cuore pellegrino” (1972); “Se tu sapessi amore mio” (1973); ”Dolce angelo”-“Insieme noi”(1974).

Sono anche gli anni di un’altra importante manifestazione:”Un disco per l’estate”, in cui la RAI organizza quattro mesi di passaggi radiofonici per 56 canzoni, di cui le 10 più votate, con relativi interpreti, giungono alla finale di St.Vincent.Mino vince l’edizione del 1971 con il brano “Era il tempo delle more”(F.e M.Reitano-Beretta) e poi ottiene sempre ottimi piazzamenti tra il 2° e il 5° posto (“Stasera non si ride e non si balla”(1972)-“E se ti voglio” (1975)- “Tre parole al vento” (1973)) ad eccezione di un 10° posto con la canzone “Cento colpi alla tua porta” (1970).
Inoltre, in questi anni Mino partecipa ad altri tre “Festival di Sanremo”, tra cui è da ricordare il podio ottenuto con il 3° posto nel 1974 col brano “Innamorati”.

A riprova dell’enorme successo, nel 1975, negli Stati Uniti, Mino viene ricevuto da Frank Sinatra:è la prima volta che un cantante europeo riesce a incontrare il grande artista americano e la stampa riporta la notizia con grande rilievo.

In questi anni si succedono i successi da “hit parade”, tra i quali “Gente di Fiumara”, “L’uomo e la valigia”, “Tre parole al vento”, “Una ferita in fondo al cuore” , “Stasera non si ride e non si balla”, “E se ti voglio” e “Sogno” (sigla della trasmissione tv “Scommettiamo” condotta da Mike Bongiorno); inoltre a Mino vengono affidati diversi shows : “Qua la mano Mino”, “Senza rete”, “Gioco città”, “Un’ora per voi”(dedicata  dalla Televisione Svizzera agli italiani emigrati nelle varie parti del mondo) e “Calabria mia” in cui ha la possibilità di dimostrare le ottime doti di intrattenitore oltre che di cantante.

Mino il poliedrico: L'anima del romanziere, del compositore e dell'attore
Non manca l’occasione per Mino di cimentarsi anche con la scrittura di un romanzo, “Oh Salvatore” che, a sorpresa, nel 1977 entra nella cinquina dei finalisti del “Premio Bancarella” con Goldoni, Saviane ed altri notissimi romanzieri.

Mino Reitano partecipa anche al “Canteuropa”  di Ezio Radaelli, la cui sigla diventa “Calabria mia”, canzone di grande successo scritta per i calabresi nel mondo e, col fratello Franco, inizia a comporre brani per altri artisti nazionali ed internazionali:”Una ragione di più” per Ornella Vanoni (eseguita in Francia da Michelle Torr), “Je ne te parle plus d’amour” per Silvie Vartan, “Four and twenty hours” per Nana Mouskouri con decine di milioni di copie vendute in Inghilterra, Australia ed Usa; altrettanto successo fece il gruppo vocale americano di colore “The drifters now” con “Seven days of every week I love you”, cui seguono numerose composizioni incise in varie lingue da artisti famosi e anche dallo stesso Mino in altre nazioni, in particolare Sud America e Spagna; inoltre, Mino e il fratello Franco non rinunciano a comporre anche per giovani promesse della musica italiana, quali Paolo Mengoli, per il quale scrivono “Perché l’hai fatto” e Giovanna, che riceve “Canne al vento”.

Oltre a dedicarsi alle canzoni, I fratelli Franco e Mino compongono anche colonne sonore di films tra cui :“20.000 dollari sul sette”, “Il giudice e la minorenne”, “Stangata in famiglia”, “I peccati di Roma”, “I fantasmi di Omari” e, in particolare, le musiche di tre films in cui Mino recita da protagonista:” Tara Poki”, “Una vita lunga un giorno” e “Lady football”, che sono coevi ai molteplici fotoromanzi interpretati dalla stesso cantante per la casa editrice “Universo” e al celebre film “Povero Cristo”( in cui  Mino interpreta il ruolo di Gesù) con la regia di Pier Carpi, presentato alla Biennale del Cinema di Venezia.

Nella carriera di Mino non manca l’interesse sviluppato anche per le composizioni per bambini: in particolare, nel 1971, i fratelli Franco e Mino compongono una canzone dal titolo “La sveglia birichina” che vince la manifestazione “Lo zecchino d’oro” e, con un altro brano, “Ciao amico”, ottengono per ben 11 anni la sigla di questo evento.

Mino: La voce della Calabria e del sud
Nel pensiero e nel cuore di Mino Reitano c’è sempre una grande attenzione ai problemi dell’emigrazione e della costante nostalgia per l’Italia per cui sviluppa numerose canzoni e un intero repertorio cantato in dialetto calabrese e comprendente la famosa “Calabria mia”, oltre che varie tarantelle, canzoni folkloristiche, mottette e la rivisitazione di brani quali “Calabresella” e “Ciucciu bellu” che fanno tutti parte di due albums dal titolo “Omaggio alla mia terra” e “Alla mia gente” che negli anni vendono oltre 1.000.000 di copie nel mondo.
Sulla stessa linea anche un altro bell’album della sua produzione:”Omaggio a Napoli”, che comprende vari classici della musica partenopea quali “ ‘O sole mio”, “Piscatore ‘e Pusilleco”, “Core ‘ngrato”, “Torna”, “Dicitencello vuje”, che Mino interpreta egregiamente grazie alla particolare estensione della sua voce.

Il matrimonio, l'amore, le figlie: Il ragazzo diventa uomo
Nel marzo 1977 sposa Patrizia Vernola: l’evento è ripreso in diretta televisiva dalla Rai e paralizza la città:l’amore per questa donna riempirà tutto il suo cuore e tutta la sua vita, coronandosi, nel 1978, con la nascita di Giuseppina Elena (che porta il nome dell’adorata mamma scomparsa), e nel 1979 con quella di Grazia Benedetta.

 




Gli anni difficili e la rinascita artistica a Sanremo ed in televisione: Il Mino cantante ed intrattenitore

Nei primi anni ’80 Mino pubblica diversi albums e prende parte a numerosi shows televisivi. E’ da ricordare, soprattutto, la sua partecipazione fissa, tra il 1984 e il 1986, al programma in prima serata  di Rai Uno “Trent’anni della nostra storia”, condotto da Paolo Frajese e realizzato al Teatro delle Vittorie in Roma; si tratta di un percorso attraverso tre decenni della vita italiana ed internazionale in cui Mino, insieme a Bobby Solo e Little Tony, ha il compito di eseguire dei brani supportato dall’orchestra della Rai: per la prima volta dopo anni di esibizioni in “playback” si torna a cantare e suonare dal vivo.

Nonostante la bravura di Mino e l’amore della gente sono anni difficili per l’avvento di nuovi generi musicali; è in questo frangente che si colloca l’invito di Adriano Celentano a Mino affinché partecipi al suo celebre show “Fantastico”(1987) :tale apparizione e il bel duetto tra i due artisti dà nuova linfa alla carriera di Mino che, infatti, nel 1988, dopo quattordici anni di assenza, si ripresenta al “Festival di Sanremo” con un brano destinato a diventare un enorme successo:”Italia”, scritto da U.Balsamo. Nella classifica finale, ottenuta dai consensi espressi attraverso le cartoline del pubblico, ottiene circa due milioni di voti che gli valgono il sesto posto a conferma della sua notorietà e dell’affetto della gente.
 
Sempre nel 1988 con il brano “Cha cha cha” Mino e Franco ricevono il “Jasrac Award”, un premio che viene attribuito dalla società degli autori giapponese alla canzone straniera che, nel corso dell’anno precedente, ha ottenuto i maggiori incassi nel territorio nipponico; infatti, nel 1987 i diritti di esecuzione e di riproduzione meccanica di “Cha cha cha” erano stati superiori a quelli dei brani portati al successo in Giappone da artisti come Michael Jackson e Madonna!

Nel 1990 a Mino viene affidata la conduzione di un programma televisivo quotidiano intitolato “Occhio al biglietto”; tale programma, nato da un accordo fra la Rai e il Ministero delle Finanze, ha lo scopo di promuovere le lotterie nazionali.

Sempre nel 1990 Mino è uno dei protagonisti della 40ma edizione del “Festival di Sanremo” dove presenta la canzone “Vorrei”, scritta da Franco e Mino Reitano per quanto concerne la parte musicale, mentre il testo è di Patrizia Vernola e Cristiano Malgioglio. Quell’anno il regolamento della manifestazione prevede che ciascun brano sia interpretato da due artisti, uno italiano e uno straniero;”Vorrei” viene eseguita in italiano da Mino e in spagnolo da una famosa cantante argentina:Valeria Lynch, che con il titolo “Quisiera” porta la canzone al successo in tutto il Sud America.

Nel mese di maggio del 1990 gli organizzatori del “Festival di Sanremo” decidono di esportare la manifestazione negli USA e in Canada facendo esibire gli artisti a New York (al “Madison Square Garden”) ed a Toronto (al “Maple Leaf Garden”).In entrambe le occasioni il pubblico accorre numerosissimo e riserva a Mino un’accoglienza entusiasmante.

Nel 1991 Mino presenta una nuova edizione del programma televisivo “Occhio al biglietto” alla quale intervengono come ospiti alcuni tra i più famosi cantanti italiani.

L’anno successivo Mino prende nuovamente parte al “Festival di Sanremo” con la canzone “Ma ti sei chiesto mai”, scritta da Franco e Mino e con il testo della moglie Patrizia Vergola e Beppe Andreetto; il brano non riesce ad accedere alla finale, ma segna una svolta compositiva nella sua carriera.



La svolta televisiva, i riconoscimenti, le tourne'es mondiali: Mino "Uomo della Gente"
Alcuni mesi dopo, grazie al successo ottenuto con l’edizione precedente, viene chiamato a condurre ancora una volta la trasmissione televisiva di Rai Uno legata alle lotterie ed intitolata “Uno fortuna”; nel frattempo, sempre nel 1992, gli viene consegnato da Pippo Baudo il “Premio Castrocaro”, un riconoscimento alla carriera assegnato ogni anno ai più importanti artisti italiani; Mino torna così, dopo 25 anni, sullo stesso palcoscenico che lo aveva visto debuttare giovanissimo in cerca del successo.

E’ di questo periodo anche la collaborazione con uno dei più importanti e qualificati personaggi del mondo televisivo italiano, Gianni Ippoliti, ideatore e conduttore di una nuova trasmissione tv intitolata “Q come cultura”,  che chiama Mino al suo fianco nel ruolo di opinionista.Il programma, innovativo e surreale, riscuote per mesi un grandissimo successo di pubblico e lusinghieri consensi da parte della stampa; a Mino viene così assegnato il “Premio Aristofane” al “Festival della Satira” di Saint-Vincent.
L’eco del successo di “Q come cultura” si fa sentire anche al “Festival di Sanremo” del 1993: infatti, Mino e Gianni Ippoliti compongono ed incidono un brano intitolato “Papà” che diventa la sigla del “Dopofestival”.

Nel 1993 Mino, nell’ambito di una tournée negli USA e in Canada, si esibisce ad Atlantic City al “Sand’s Casino”: il suo nome appare in cartellone al fianco di quelli d Frank Sinatra, Liza Mannelli e Whitney Houston, i cui shows sono previsti negli stessi giorni ed anche in questo caso il successo è clamoroso, decretandolo tra i cantanti italiani più amati nel mondo.

Nel mese di maggio Mino festeggia i 25 anni di carriera con un grande concerto trasmesso da Rai Uno e realizzato a Giardini Naxos di Taormina, in Sicilia; nello show è accompagnato dal suo gruppo e dalla “Nuova orchestra da camera di Catania”.
Per Mino il 1994 è un anno denso di impegni importanti a livello internazionale:le sue tournées riscuotono grande successo in Canada, Stati Uniti ed Australia.

Il 4 luglio 1994 a Mino viene conferita dall’Università “Pro Deo” di New York la “Laurea honoris causa in sociologia” per l’impegno umanitario che ha sempre profuso con la sua attività a favore dei bisognosi e di coloro che soffrono; Mino, infatti, lontano dai clamori, non perde occasione per fare beneficenza di ogni genere, sia attraverso la sua presenza, sia attraverso concerti, partite o manifestazioni di cui è spesso promotore.

A partire dal mese di dicembre fa parte del cast del programma televisivo “La cronaca in diretta” condotto da Alessandro Cecchi Paone su Rai Due: il suo ruolo è quello di inviato speciale che incontra e intervista i colleghi protagonisti della musica leggera italiana.

Il 1996 si apre con la partecipazione di Mino al “Festival della canzone regina” all’interno del programma televisivo di Canale 5 “Buona domenica” condotto da Lorella Cuccarini;dopo mesi di sfida tra le più belle canzoni italiane degli ultimi quarant’anni, Mino accede alla finalissima con ben due brani (“Perdere l’amore” e “Questo piccolo grande amore”), sbaragliando gli altri pur notissimi interpreti e aggiudicandosi la vittoria ricevendo centinaia di migliaia di telefonate da parte del pubblico a casa.

Inoltre, dopo aver giocato a calcio per diversi anni con la “Nazionale cantanti”, Reitano entra a far parte della “Nazionale Attori”, protagonista di partite di beneficenza organizzate nei più grandi stadi italiani al fine di raccogliere fondi per numerosi enti che si occupano della ricerca medico-scientifica e dell’assistenza ai bisognosi.


Nel 1996 Mino viene scelto da Carlo Verdone per interpretare il ruolo di se stesso nel film “Sono pazzo di Iris Blond”, una sofisticata commedia ambientata in Belgio supportata da musiche di grande effetto, tra le quali un’interpretazione di Mino del suo celeberrimo brano “L’uomo e la valigia”, scritto insieme a Franco e a Mogol e diventato il manifesto dell’emigrazione.









Il ritorno in Calabria: Il "Profeta in Patria", i premi e gli anni della leadership televisiva

Nell’estate del 1996 Mino torna a esibirsi in Calabria dopo venti anni di assenza ed affronta una tournée che lo vede trionfare in una serie di concerti; la sola tappa di Reggio Calabria registra la presenza di centomila spettatori ed il successo è tale che il tour viene ripetuto anche la stagione successiva.
Il 1998 è un anno molto positivo per Reitano che trionfa in televisione partecipando a numerosi programmi; inoltre, viene chiamato dai registi Antonella Ponziani e Tonino Zangardi per interpretare il ruolo di se stesso nel film “L’ultimo mundial”.

Nel 1999 Mino partecipa al programma di Gianni Morandi “C’era un ragazzo”: per la prima volta dopo trent’anni i due, protagonisti di interminabili duelli a “Canzonissima” e grandi amici nella vita, si ritrovano a lavorare insieme. L’esibizione dei due artisti registra lo share più alto del programma e diventa, di fatto, un pezzo da antologia della televisione.
L’estate del 99 lo vede nuovamente in tour nella sua adorata Calabria.
Nel 2000, la Regione Calabria, con decreto legislativo, gli conferisce la prestigiosa nomina di “Ambasciatore unico e Testimonial della Regione Calabria nel mondo” e Mino inizia, così, un percorso che lo porta a diventare il promotore dell’immagine della sua terra sia attraverso un lunghissimo tour voluto dalle istituzioni locali, sia attraverso il suo impegno in televisione e nel mondo.

Nell’autunno del 2000, Mino riceve un importantissimo riconoscimento culturale nell’ambito di un festival cinematografico: il “Premio Massimo Troisi”, dedicato al grande attore partenopeo scomparso; la giuria della manifestazione ha voluto sottolineare la somiglianza caratteriale e di approccio nei confronti della vita e del lavoro che accomuna i nomi di Troisi e Reitano: umiltà, sacrificio e semplicità, infatti, sono caratteristiche di entrambi i personaggi.

Nel 2000 la Rai gli affida la co-conduzione di un programma di prima serata su Rai Uno con Milly Carlucci:”Dove ti porta il cuore (la casa dei sogni)”; la trasmissione, in onda fino a gennaio 2001, si rivela un grande successo di pubblico per la delicatezza delle storie raccontate.

Nel marzo 2001 Mino si reca negli Stati Uniti per un mini tour di due date a Chicago e ad Atlantic City; in particolare si esibisce nel celeberrimo teatro del casinò “Taj Mahal”, dove si svolgono i concerti dei più grandi artisti internazionali e registra il tutto esaurito con un enorme successo di pubblico.

A luglio partecipa al “Festival di Napoli”, una manifestazione che, dopo trent’anni, torna all’antico splendore; Mino presenta il brano inedito “Io ti aspetterò per sempre”, che ottiene subito un buon consenso da parte di pubblico e critica, mentre a settembre  vince la gara canora del programma televisivo di prima serata su Canale 5 “La notte vola”, condotto da Lorella Cuccarini; la sua canzone “Italia” viene decretata “brano più amato degli anni ‘80”.

L’anno si conclude con un incontro splendido:nell’udienza del 16 dicembre, Mino viene ricevuto da Papa Giovanni Paolo II; tale possibilità sarà un ricordo meraviglioso nella sua vita di grande cattolico e uomo di fede anche negli anni successivi.

 

 

La svolta artistica e gli anni della consacrazione in Italia e nel mondo
Il 2002 è l’anno della settima partecipazione al “Festival di Sanremo” con il brano “La mia canzone”, scritto con Pasquale Panella, ultimo autore di Battisti e del fortunatissimo musical “Notre dame de Paris”; il brano non si classifica tra i primi posti, ma rappresenta anche a detta della critica un passaggio fondamentale nell’evoluzione della scrittura e dello stile del cantante.

Al Festival segue una stupenda tournée estiva coronata, a settembre, dal grande show “La sera dei miracoli”, un grande concerto in prima serata realizzato da Rai Uno da Gioia Tauro (RC) che vede la conduzione di Simona Ventura e la partecipazione di alcuni tra i più grandi cantanti italiani, quali Gigi d’Alessio, Lucio Dalla, Antonello Venditti e  lo stesso Mino Reitano, che riscuote un bel tributo d’affetto da parte del pubblico della sua regione.
Il 2003 e il 2004 sono anni densi di tournées all’estero, specialmente negli Stati Uniti e in Canada; in particolare, in qualità di “Testimonial” della Regione Calabria affronta un tour negli USA esibendosi per gli italo-americani di New York, Philadelphia e del New Jersey e, nella circostanza, viene insignito del “Premio Calabria -America”.

Nel marzo del 2004 Mino viene invitato quale ospite d’onore al “Festival della canzone Italiana di Sanremo” condotto da Simona Ventura e, per l’occasione, decide di interpretare una versione “swing” di “Piove”, celebre brano di Domenico Modugno.L’esibizione raggiunge il picco d’ascolto e share dell’intera manifestazione (oltre 14.000.000 di spettatori e ben il 56,4% di gradimento) riconfermandolo artista tra i più amati del paese; non solo, ma la circostanza del “DopoFestival” diventa anche teatro di un “duetto” epocale tra Mino e l’On.Umberto Bossi (Lega Nord) niente di meno che per il celebre brano “Italia”.

Segue un tour negli USA con date a New York, nel Connecticut e ad Atlantic City che registrano il tutto esaurito; successivamente Mino si reca anche in Canada per dei concerti a Vancouver, Edmonton e Toronto che segnano l’ennesimo grande successo all’estero, decretandolo tra i più popolari cantanti italiani nel mondo, un vero simbolo per le generazioni di emigranti che, come lui, sono partiti in cerca di fortuna con una valigia di cartone e molti sogni da realizzare.

Il 2005 lo vede come sempre protagonista in tv; in particolare, nel mese di maggio gli viene affidata la co-conduzione con Nino Frassica di alcune puntate di “Striscia la notizia”, programma di punta di Canale 5.

Sempre nello stesso anno gli viene assegnato il “S.Giorgino d’oro”, la più alta onorificenza attribuibile dal Comune di Reggio Calabria ai suoi concittadini illustri che, per i propri meriti, arrivano a distinguersi in Italia e nel mondo quali simboli della città: un riconoscimento che commuove Mino dopo tanti anni di carriera proprio perché assegnato dalla terra che gli ha dato i natali e di cui si è fatto porta bandiera nel mondo.

Nell’estate prosegue il tour italiano, mentre nel novembre 2005, in qualità di Testimonial della Calabria, si reca in Argentina per alcuni concerti a Buenos Aires che sanciscono ancora una volta lo straordinario e unico legame tra Mino e gli italiani nel mondo.
Nel 2006 Mino continua le sue tournées in giro per il mondo e si reca in Australia dove si esibisce in varie città: Sydney,Adelaide,Melbourne e Perth, registrando ovunque un successo clamoroso e ricevendo il riconoscimento di “migliore voce italiana nel mondo”.

Gli anni della maturità e della malattia: La morte sublima il mito
In tutti questi anni rimane immutato il suo amore per la moglie e le figlie (l’una che si occupa della sua edizione musicale e dell’attività artistica paterna, l’altra, con una bella voce, lo rende nonno di una nipotina che Mino amerà molto), nonché l’attaccamento all’intera famiglia e continua, anche se in maniera diversa, il sodalizio coi fratelli, tutti dedicatisi anche ad altre attività; Franco, in particolare, pur non disdegnando di comporre ancora, preferisce ritirarsi a vita privata e seguire le attività dei propri 5 figli, musicisti, oltre che ai 5 meravigliosi nipoti.

Al termine del 2006, purtroppo però, l’incantesimo di questa bella favola si spezza e per Mino inizia un periodo difficile per la sua salute, con l’insorgere di una terribile malattia per cui verrà operato più volte; dopo una battaglia combattuta strenuamente con fierezza e dignità per circa due anni, si arrende al male e scompare il 27/01/2009, lasciando in eredità al mondo i segni delle inequivocabili doti artistiche di compositore e ineguagliabile cantante e quelli di uomo unico nella sua umiltà e modestia, dedito esclusivamente al lavoro, alla famiglia e alla gente che lo ha amato tanto.

Biografia
Discografia
Basi Musicali

 

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